L'origine
del nome
Ci sono diverse versioni
sull'origine del nome. Potrebbe
derivare da caterina (o Carina),
cioè grazia, città bella e graziosa.
In alternativa è possibile che il
nome derivi da un'originaria
denominazione "Cariatide Diana",
legata ad una località sacra a
Diana. Nel X secolo è attestato il
nome Korion, che deriverebbe dal
greco Curuai (abitanti della greca
Carie). Un'ultima ipotesi si collega
al fatto che in origine Cariati era
situato nella piana ove attualmente
sorge la frazione di Santa Maria;
poiché era spesso oggetto di
attacchi saraceni ad opera di Khayr
al-Dīn Barbarossa, gli abitanti
furono costretti a spostarsi dalla
marina all'attuale posizione: dal
trasporto sui carri deriverebbe il
nome di "Carriati", da cui a sua
volta deriverebbe il toponimo.
I Brettii (o Bruzi)
Nel territorio cosentino è
documentata la presenza dei Brettii
dal V-IV secolo a.C. Tra il IV e il
III secolo a.C. anche il territorio
di Cariati fu frequentato da queste
popolazioni, dedite all'agricoltura
e alla pastorizia.
In un uliveto su una collina alla
periferia del paese (località "Timpa
del Salto" in contrada Prujja) in
occasione di lavori agricoli venne
rinvenuta nel 1978 una tomba ("tomba
Brettia"), risalente al 330 circa
a.C. La sepoltura, ritrovata
intatta, è costituita da blocchi
parallelepipedi di arenaria che
racchiudevano un piccolo spazio di
circa 2 m2. La tomba era
internamente affrescata, con scene
tratte dalla vita di un guerriero.
Il corpo era accompagnato da un
ricco corredo, costituito da
un'armatura in bronzo, con
cinturone, elmo e spada, anfore e
piatti, tutti esposti al museo di
Sibari. Nel territorio sono state
rinvenute anche altre sepolture, ma
depredate e distrutte.
Resti di antiche abitazioni, mortai
in pietra, orci in ceramica sono
indizi per la presenza di un
insediamento, favorito dalla
posizione dominante della città.
Dominazione Romana e Medioevo
La città fu dominata da Roma ed
aveva nome Paternum. Sede vescovile
sin dagli inizi del cristianesimo,
risulta aver avuto come vescovo
Menecrates, presente al sinodo di
Roma del 1º marzo 499. In una delle
sue lettere, San Gregorio Gregorio
Magno papa (540-604) raccomanda la
chiesa di Cariati al vescovo di
Reggio. Secondo alcune fonti, nel
corso dell'XI o del XII secolo, la
diocesi di Cerenza (Geruntia) venne
unita a quella di Cariati, sebbene
solo nel 1342 si può datare un
documento che menziona
esplicitamente un "vescovo di
Cariati e Cerenza".[2]
Il Feudalesimo
Feudatario nell'anno 1260 fu Matteo
Cariati[3], sul cui cognome gli
storici non sono certi; all'inizio
del Trecento riscontriamo Gentile di
San Giorgio, a cui subentrarono i
Ruffo Montalto. Per iniziativa di
Covella Ruffo, e con beneplacito di
Papa Eugenio IV, Cariati diventò
Sede Vescovile (1437). Il feudo
venne assegnato agli imolesi Riario
nel 1479, quindi ai Sanseverino, ai
Coppola e poi ai Borgia[4]. Nel 1495
Re Carlo VIII di Francia, occupato
il Regno di Napoli donò la contea a
Michele Riccio, cui venne tolta con
la disfatta dei francesi[5].
Nell’anno 1505 la proprietà venne
attribuita ai principi Spinelli, che
furono titolari di Cariati sino
all’eversione della feudalità.
La Cattedrale
Cupola della Cattedrale di S.Michele
Arcangelo
La chiesa venne costruita nel V
secolo e fu riedificata, sotto
l'episcopato di monsignor Nicola
Golia nel 1857, ad opera di Carmine
Ruggiero.
La facciata è preceduta da un
porticato, dal quale si erge il
campanile, costruito
successivamente. La cupola è
rivestita con mattonelle di maiolica
policrome.
L'interno presenta tre navate,
separate da massicce colonne
ioniche, disposte in coppia.
Chiesa degli Osservanti
La chiesa venne costruita nel 1441
per volere di Bonaccorso Caponsacco.
Dista poche centinaia di metri dalle
mura del Borgo. È un'opera di
architettura monastica in stile
"tardo-gotico" e conserva un'abside
quadrangolare.
Il portale di ingresso all'edificio
è a forma ogivale in pietra. La
cupola si presenta a costoloni
rivestiti con mattonelle di maiolica
policrome.
Architetture civili: Ingresso
principale al Borgo Medievale (Porta
Pia) / Corso XX settembre
Il Borgo
Borgo sulla riva del mare,
accessibile da più punti ma con
l'attuale accesso principale
costituito da Porta Pia. Il primo
nucleo dell’attuale centro storico
sorse come luogo strategico
fortificato in età bizantina, fra il
IX e il X secolo.
La cinta muraria fu fortificata
quando la cittadina era un feudo
della famiglia Ruffo. La lunghezza
completa del perimetro è di circa un
chilometro, inframmezzata da otto
torri.
Porta Pia (o Porta Nuova) e corso XX
settembre
Subito dopo l'ingresso principale di
Porta Pia o Porta Nuova, si trova il
Palazzo del Seminario, costruito
nella prima metà del Seicento.
Dalla porta inizia il corso XX
settembre, la via principale una
volta "via Duomo"), lungo la quale
sorge prima la cattedrale di San
Michele Arcangelo e, subito dopo, il
Palazzo vescovile, preceduto dalla
piazza del Borgo (piazza
Plebiscito), dove si trova la torre
campanaria con un orologio,
costruita nel 1904.
Tomba Brettia
La sepoltura è costituita da una
tomba a "camera sotterranea", sita
su una collina a ridosso del mare in
località Salto, facilmente
raggiungibile dalla statale 106.
Tra il IV e il III secolo A.C.
Cariati fu sede di insediamenti di
agenti Brezie dedite all'agricoltura
e alla pastorizia. Cariati per molto
tempo fu insediata da questa civiltà
dove con il suo punto strategico sul
mare dominava gran parte del
territorio. Quello che ci giunge a
noi di questa civiltà è una tomba
trovata su una collina in periferia
di Cariati in mezzo agli alberi di
ulivo venuta alla luce dopo lavori
di movimento terra per l'agricoltura
risalente al 330 circa a.c. , la
tomba costituita da blocchi di
arenaria posti a parallelepipedi
formavano una stanza di circa 2mq,
essa si presentava intatta, al suo
interno vi era un affresco che
probabilmente rappresentava la vita
del guerriero “BREZIO” dal nome
appunto “TOMBA BRETTIA”, che si
suppone fosse il capo della comunità
locale. Al suo interno furono
trovati il corpo appunto del
guerriero con molti oggetti di
valore come la sua armatura in
bronzo, un cinturone, un elmo, una
spada, delle anfore, dei piatti, e
altri oggetti del suo corredo
funerario. Al momento tutti questi
oggetti sono esposti al museo di
Sibari, nulla esclude che sulle
colline di Cariati possono ancora
esserci altre tombe di guerrieri di
altre civiltà.
(Fonte Wikipedia) |