CAMERE

Ogni spazio dell'Agriturismo "Al Grande Gelso" è stato curato nei dettagli al fine di rendere qualunque tipo di soggiorno piacevole e rilassante. Gli arredi si caratterizzano per gusto e sobrietà. Le stanze per gli ospiti sono dotate di comforts ottimali e optional di elevato livello.

AGRITURISMO

L'Agriturismo "Al Grande Gelso" si lega ad una lunga storia familiare fatta di antiche tradizioni nel rispetto delle coltivazioni naturali. Da molte generazioni la famiglia Ciccopiedi tramanda l'amore per la terra, il lavoro ed il culto dell'ospitalità.

BED & BREAKFAST

Riserviamo le migliori attenzioni anche al viaggiatore occasionale e di passaggio. Oltre ai più lunghi soggiorni-vacanza, l'Agriturismo "Al grande Gelso", garantisce un efficiente servizio di Bed and Breakfast con tutti i più moderni comforts.

CARIATI: LA SUA STORIA...E IL SUO MARE

L'origine del nome

Ci sono diverse versioni sull'origine del nome. Potrebbe derivare da caterina (o Carina), cioè grazia, città bella e graziosa. In alternativa è possibile che il nome derivi da un'originaria denominazione "Cariatide Diana", legata ad una località sacra a Diana. Nel X secolo è attestato il nome Korion, che deriverebbe dal greco Curuai (abitanti della greca Carie). Un'ultima ipotesi si collega al fatto che in origine Cariati era situato nella piana ove attualmente sorge la frazione di Santa Maria; poiché era spesso oggetto di attacchi saraceni ad opera di Khayr al-Dīn Barbarossa, gli abitanti furono costretti a spostarsi dalla marina all'attuale posizione: dal trasporto sui carri deriverebbe il nome di "Carriati", da cui a sua volta deriverebbe il toponimo.

I Brettii (o Bruzi)

Nel territorio cosentino è documentata la presenza dei Brettii dal V-IV secolo a.C. Tra il IV e il III secolo a.C. anche il territorio di Cariati fu frequentato da queste popolazioni, dedite all'agricoltura e alla pastorizia.

In un uliveto su una collina alla periferia del paese (località "Timpa del Salto" in contrada Prujja) in occasione di lavori agricoli venne rinvenuta nel 1978 una tomba ("tomba Brettia"), risalente al 330 circa a.C. La sepoltura, ritrovata intatta, è costituita da blocchi parallelepipedi di arenaria che racchiudevano un piccolo spazio di circa 2 m2. La tomba era internamente affrescata, con scene tratte dalla vita di un guerriero. Il corpo era accompagnato da un ricco corredo, costituito da un'armatura in bronzo, con cinturone, elmo e spada, anfore e piatti, tutti esposti al museo di Sibari. Nel territorio sono state rinvenute anche altre sepolture, ma depredate e distrutte.

Resti di antiche abitazioni, mortai in pietra, orci in ceramica sono indizi per la presenza di un insediamento, favorito dalla posizione dominante della città.

Dominazione Romana e Medioevo

La città fu dominata da Roma ed aveva nome Paternum. Sede vescovile sin dagli inizi del cristianesimo, risulta aver avuto come vescovo Menecrates, presente al sinodo di Roma del 1º marzo 499. In una delle sue lettere, San Gregorio Gregorio Magno papa (540-604) raccomanda la chiesa di Cariati al vescovo di Reggio. Secondo alcune fonti, nel corso dell'XI o del XII secolo, la diocesi di Cerenza (Geruntia) venne unita a quella di Cariati, sebbene solo nel 1342 si può datare un documento che menziona esplicitamente un "vescovo di Cariati e Cerenza".[2]

Il Feudalesimo

Feudatario nell'anno 1260 fu Matteo Cariati[3], sul cui cognome gli storici non sono certi; all'inizio del Trecento riscontriamo Gentile di San Giorgio, a cui subentrarono i Ruffo Montalto. Per iniziativa di Covella Ruffo, e con beneplacito di Papa Eugenio IV, Cariati diventò Sede Vescovile (1437). Il feudo venne assegnato agli imolesi Riario nel 1479, quindi ai Sanseverino, ai Coppola e poi ai Borgia[4]. Nel 1495 Re Carlo VIII di Francia, occupato il Regno di Napoli donò la contea a Michele Riccio, cui venne tolta con la disfatta dei francesi[5]. Nell’anno 1505 la proprietà venne attribuita ai principi Spinelli, che furono titolari di Cariati sino all’eversione della feudalità.

La Cattedrale

Cupola della Cattedrale di S.Michele Arcangelo
La chiesa venne costruita nel V secolo e fu riedificata, sotto l'episcopato di monsignor Nicola Golia nel 1857, ad opera di Carmine Ruggiero.

La facciata è preceduta da un porticato, dal quale si erge il campanile, costruito successivamente. La cupola è rivestita con mattonelle di maiolica policrome.

L'interno presenta tre navate, separate da massicce colonne ioniche, disposte in coppia.

Chiesa degli Osservanti

La chiesa venne costruita nel 1441 per volere di Bonaccorso Caponsacco.

Dista poche centinaia di metri dalle mura del Borgo. È un'opera di architettura monastica in stile "tardo-gotico" e conserva un'abside quadrangolare.

Il portale di ingresso all'edificio è a forma ogivale in pietra. La cupola si presenta a costoloni rivestiti con mattonelle di maiolica policrome.

Architetture civili: Ingresso principale al Borgo Medievale (Porta Pia)  / Corso XX settembre

Il Borgo

Borgo sulla riva del mare, accessibile da più punti ma con l'attuale accesso principale costituito da Porta Pia. Il primo nucleo dell’attuale centro storico sorse come luogo strategico fortificato in età bizantina, fra il IX e il X secolo.

La cinta muraria fu fortificata quando la cittadina era un feudo della famiglia Ruffo. La lunghezza completa del perimetro è di circa un chilometro, inframmezzata da otto torri.

Porta Pia (o Porta Nuova) e corso XX settembre

Subito dopo l'ingresso principale di Porta Pia o Porta Nuova, si trova il Palazzo del Seminario, costruito nella prima metà del Seicento.

Dalla porta inizia il corso XX settembre, la via principale una volta "via Duomo"), lungo la quale sorge prima la cattedrale di San Michele Arcangelo e, subito dopo, il Palazzo vescovile, preceduto dalla piazza del Borgo (piazza Plebiscito), dove si trova la torre campanaria con un orologio, costruita nel 1904.

Tomba Brettia

La sepoltura è costituita da una tomba a "camera sotterranea", sita su una collina a ridosso del mare in località Salto, facilmente raggiungibile dalla statale 106.

Tra il IV e il III secolo A.C. Cariati fu sede di insediamenti di agenti Brezie dedite all'agricoltura e alla pastorizia. Cariati per molto tempo fu insediata da questa civiltà dove con il suo punto strategico sul mare dominava gran parte del territorio. Quello che ci giunge a noi di questa civiltà è una tomba trovata su una collina in periferia di Cariati in mezzo agli alberi di ulivo venuta alla luce dopo lavori di movimento terra per l'agricoltura risalente al 330 circa a.c. , la tomba costituita da blocchi di arenaria posti a parallelepipedi formavano una stanza di circa 2mq, essa si presentava intatta, al suo interno vi era un affresco che probabilmente rappresentava la vita del guerriero “BREZIO” dal nome appunto “TOMBA BRETTIA”, che si suppone fosse il capo della comunità locale. Al suo interno furono trovati il corpo appunto del guerriero con molti oggetti di valore come la sua armatura in bronzo, un cinturone, un elmo, una spada, delle anfore, dei piatti, e altri oggetti del suo corredo funerario. Al momento tutti questi oggetti sono esposti al museo di Sibari, nulla esclude che sulle colline di Cariati possono ancora esserci altre tombe di guerrieri di altre civiltà.

(Fonte Wikipedia)


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